domenica 5 aprile 2009

Juovu Ssantu



GIOVEDì SANTO


il Giovedì Santo ha due facce o meglio le ha sempre avute e forse un tempo erano addirittura più marcate. c'è un lato gaudente e felice di cui è protagoniste la Congregazione del Santissimo Sacramento che festeggia il proprio patrono e un lato mesto che segue alla Reposizione.
i Sipurcra
i sepolcri altro non sono che gli altari della Reposizione una volta intesi come sepolcri di Cristo. ad oggi sono solo 4 le chiese che continuano ad allestire quest'altare e a svolgere le funzioni che li vedono protagonisti: Sant'Antonino, la Matrice Nuova, La Matrice Vecchia e Santa Maria degli Angeli. anticamente invece tutte le chiese allestivano un sepolcro e in anni relativamente recenti ancora si conservava l'uso alla chiesa della Trinità e alla chiesa dell'Annunziata. il sepolcro è montato in uno degli altari laterali e per tradizione deve esseresovrabbondante di fiori e arredi. recentemente però si è avuta una restrizione da parte ecclesiastica che ha imposto una maggiore sobrietà. era uso antico mettere ai lati del tabernacolo tutti gli ori e gli argenti del tesoro di ogni chiesa e spesso anche statue particolarmente pregiate. teli, veli e ammanti non mancavano di certo così come paliotti raffiguranti la passione (alcuni dei quali ancora visibili nella sagrestia della chiesa del Calvario). alla Matrice Vecchia il sepolcro era allestito nella Cripta illuminata da candele.per decorare i sepolcri erano ( e in parte ridotta sono) inoltre preparati I LAUREDDI:
i Lauredda sono frutto di granaglie o legumi germinati al buio che assumono la caratteristica colorazione bianca. se a Natale l'uso di piantare lauredda era diffuso in tutte le classi sociali senza distinzione di mestiere o ceto, i lauredda di Pasqua, di chiaro riferimento vitalistico, erano piantati ed offerti soprattutto dai coltivatori di grano per ottenere un buon raccolto.u lauru infatti era una sorta di "piantina magica" e il suo germogliare bene una sorta di rituale propiziatorio. l'offerta poi che se ne faceva alla chiesa rappresentava l'affidamento dei campi, simbolicamente rappresentati dal laureddu, alla protezionde di Dio.


u laureddu per venire su bene ed essere pronto per il Giovedì Santo doveva essere piantato il primo Venerdì di quaresima se si trattava di granaglie o lenticchie, il mercoledì delle ceneri se di fave.
nell'atto di piantarli è uso recitare la formula "Signuruzzu a centu", chiaro riferimento al frutto della spiga.
si distinguevano poi i lauredda ritti e i lauredda a pittinari. i primi sono piantati ben più tardi e sono soprattutto di grano, crescono alti, fitti e dritti. con questo tipo di Lauredda si formavano i disegni simbolo della Pasqua come la Croce, la Pisside ed altro.


i secondi invece sono soprattutto di lenticchie, avena, vezza e altri e crescono molto di più. posti in alto assumono la caratteristica forma pendente. il nome deriva dall'uso di districarli (pittinarli) prima di esporli. con essi si decoravano soprattutto le superfici del pavimento o si ponevano in alto a mò di piantina.
caso a parte le fave che crescono come una piccola piantina bianca e vengono identificate da alcuni come laura aggigghiati. non ho particolari notizie sull'uso che si faceva delle fave in questa occasione.
tra le massaie si scatenava una vera e propria sfida per colei che riusciva a far venire meglio, più bianco e più pettinato (nel caso delle lenticchie) il proprio campicello. gli stratagemmi erano moltissimi e legati soprattutto al non farli marcire. nel portarli in chiesa, per evitare ogni contatto con la luce che li avrebbe resi verdi, era uso nasconderli sotto lo scialle nero o la manta.










la Cena Domini:



le parrocchie e il convento dei cappuccini celebrano la Cena del Signore in maniera simile. le differenze sostanziali stanno nelle celebrazioni della Matrice Nuova e della Matrice Vecchia. le due chiese infatti sono sedi della Confraternita del Santissimo Sacramento (sorta nel XV sec.) e ne ospitano la "festa patronale" in occasione appunto dell'istituzione dell'Eucarestia. è importante sottolineare il legame tra la congrega e il mestiere dei fondatori che erano tutti contadini.



ALLA MATRICE NUOVA 12 confratelli rappresentano gli apostoli durante la lavanda dei piedi e gli stessi imbandiscono una tavola con le primizie della terra. altra tavola è quella delle suppellettili d'argento per la lavanda.
alla fine della Celebrazione, poco prima della reposizione, i confratelli distribuiscono un pane votivo circolare detto "cucciddatu" che nell'interpretazione comune è simbolo della vita che rinasce sempre. secondo altri invece riprende la forma celntrale dell'ostenzorio
.



ALLA MATRICE VECCHIA: festeggia la stessa confraternita che ivi ha la cappella originale e l'antica sede. la mensa delle primizie si imbandisce sull'altare stesso con cucciddati e arance.
anche in questa chiesa vi è la distribuzione di pane votivo.



la Reposizione

la Reposizione ha forma diversa in tutte e quattro le chiese ove è celebrata. ai Cappuccini è molto semplice e lineare così come a Sant'Antonino. Alla Matrice Nuova si svolge una processione interna con tanto di Baldacchino e ombrello che conduce il "Signuruzzu vilatu" fino alla cappella del Santissimo posta alla fine della navata laterale. Alla Matrice vecchia la processione è esterna e accompagnata dall'inconfodibile suono della troccola che sostituisce le campane.
segue in tutte le chiese l'adorazione notturna ed ha inizio la furriata di sepurcra di cui abbiamo già accennato.



a prucissiuni du Signuri mortu

anticamente, i confrati del Santissimo Sacramento, conducevano a tarda notte l'effige di Gesù morto (calato dalla croce nel vero senso della parola) per le vie del paese accompagnati dal suono della troccola. era il preludio del Venerdì Santo.





* ringrazio Gaia Divina per la foto dei "laureddi"