Festa i San Giuseppi non dobbiamo scavare troppo in fondo.
non dobbiamo cercare in chissà quali annali o registri di congrega...la festa grande di San Giuseppe era celebrata annualmente fino a qualche tempo fa.
la devozione a San Giuseppe è una fra le più comuni di Sicilia, ovunque c'è una festa a lui tributata. in alcuni luoghi si accendono vampe, in altre si allestiscono tavolate riccamente ornate, in altre vi sono sontuose processioni... e in altre ancora soltanto feste liturgiche.
Castelbuono era un tempo una di quelle città che non si faceva mancar nulla nella festa del Santo Patriarca.
la devozione al Santo è molto antica e radicata nel comune, tanto che in diverse chiese (matrice nuova, matrice vecchia, Sant'Agostino ecc.) troviamo sue immagini. anticamente era al Santo dedicata pure una chiesa ubicata in via Sant'Anna.
passerò in veloce rassegna le costumanze e le devozioni che sono legate al Santo cercando di fornire uno schema sintetico ma esauriente.
1. le confraternite
ho voluto intenzionalmente iniziare questa carrellata di "fatti riguardanti" il Santo parlando delle confraternite di cui è titolare.
attualmente esistono a Castelbuono ben due confraternite a suo nome: una maschile e una femminile.
1.1 CONGREGAZIONE MASCHILE DEL PATRIARCA SAN GIUSEPPE:
nasce presumibilmente nel 1747 dal riunirsi di un gruppo d'artigiani sotto la protezione del Santo. è bene però ricordare che non è dalla nascita della congregazione che nasce il culto ben più antico.
sede della confraternita è la chiesa di Sant'Agostino che annualmente ospita la festa.
le insegne sono costituite da uno stendardo dipinto e 5 misteri d'argento.
l'abito proprio dei confrati è costituito dall'abitino celeste bordato oro su cui un tempo era applicato il medaglione di uguale colore.
l'organizzazione interna prevede un covernatore, una consulta, un mastro massaro (o infermiere).
sfila processionalmente per la festa patronale di Sant'Anna, per il Corpus Domini e per il Crocifisso. partecipa alle altre ricorrenze se invitata.
1.2 CONGREGAZIONE FEMMINILE DEL PATRIARCA SAN GIUSEPPE
la congregazione femminile nasce nel 1908 e le prima ad iscriversi sono le mogli, le figlie e le nuore dei confratelli. la congregazione si espande in breve tempo e sono moltissime le donne che aspirano a diventare consorelle. un tempo erano loro ad organizzare la tavolata del Santo, oggi scomparsa. loro insegna è lo stendardo ricamato e non hanno misteri. escono provessionalmente solo in rarissime occasioni come ad esempio centenari ecc.
l'abitino è costituito da un nastro rosso recto verso con l'immagine del Patriarca sul davanti.
2. Chiesa di Sant'Agostino
la chiesa di Sant'Agostino fu eretta tra la fine del 1500 e gli albori del 1600. era probabilmente dedicata ad altro Santo e non era ancora convento. la storia di questa chiesa prende però una netta e significativa svolta quando vi si trasferiscono gli agostiniani che, già dal 1607, abitavano il convento di Santa Maria di Liccia (forse un riferimento alla Licia). la chiesa presenta una pianta semplicissima, ad aula unica se priva di cappelle laterali. è tuttavia probabile che un tempo esse esistessero e furono poi abbattute. l'assenza dello stesso coro, forse smontato, fa pensare a significativi rimaneggiamenti della chiesa antica. il prospetto esterno è austero e semplice con la caratteristica struttura a capanna con frontone a cornici. nel '900 furono aggiunte sulla facciata le due edicolette votive di San Giuseppe e Santa Rita.le pareti interne sono rivestite in finto marmo e accolgono tondi con i santi più importanti dell'ordine (tra cui la -allora- beata Rita da Cascia e Santa Monica). 4 altari laterali in pietra (uniche testimonianze di un barocco che a mio parere doveva essere più vivo) accolgono (partendo dall'altare a destra dell'entrata):
1. il gruppo scultoreo sette-ottocentesco di San Giuseppe in una cappelletta molto decorata e incassata nel muro.
2. il simulacro di Santa Rita da Cascia in una cappelletta affrescata con un paesaggio e incassata nel muro
3. (a sinistra)la tela di San Tommaso d'Aquino
4. Il santissimo Crocifisso, molto particolare perchè ha le articolazioni mobili ed era possibile scenderlo dalla croce, così come avveniva ogni anno il Giovedì Santo.
l'altare maggiore splende di varie qualità di marmo e sotto la mensa è possibile ammirare un tondo di marmo bianco con l'immagine del Patriarca.molto particolare la grande tela di Sant'Agostino che accoglie tutto l'ordine sotto il suo piviale. 3. La Statua
la statua del Santo è in cartapesta dipinta del settecento. vuole la tradizione che a questa immagine si sia ispirato G.Di Garbo per la realizzazione della tela della Madrice vecchia.il Santo è rappresentato anziano, dal volto espressivo e beato.
come in una istantanea è rffigurato nell'atto di "passeggiare" mentre conduce per mano (a destra) il bambin Gesù. a destra stringe invece la verga fiorita d'argento.
l'abito del Santo è molto particolare e plastico e si costituisce di un lungo camice azzurro stellato con risvolti verdi e un manto arancio-terra. i colori non sono ovviamente casuali. il blu è il simbolo dell'umanità e lo identifica come "uomo". l'arancio, degradazione del rosso,simbolo della santità. il dorato di decorazioni e perfili è un chiaro riferimento alla figura celestiale del Santo. il Bambinello è legato alla figura del Patriarca ed è rivolto, con lo sguardo a Lui. in movimento, con le mani spalancate il bambin Gesù veste di una tunichetta verde chiaro con cinto riccamente ornata di ricami dorati.
Numerosissime sono le decorazioni "ex voto" che ornano il simulacro, a cominciare proprio dalle belle aureole d'argento. Gesù bambino poi, porta alla manina destra un cestello d'argento simbolo iconografico del "raccoglitore di cuori" e al collo una preziosa croce pettorale.
degni di nota gli ex voto a cuore che ornano la veste di San Giuseppe durante l'anno e ù "farali" che raccoglie parte dei gioielli (altri sono attaccati al bastone, alle dita e al cestello)
la statua, custodita tutto l'anno nell'altare laterale, è intronizzata sull'altare maggiore nei giorni di festa. la cameretta vuota è coperta con lo stendardo.
4.tradizioni perdute e tradizioni attuali
non possiamo far cenno della festa odierna senza capire cosa un tempo rappresentava questa festa e come si articolava.
4.1 La Vampa
così come in molti altri paesi siciliani (l'usanza è ancora viva anche nei quartieri popolari di Palermo), la sera antecedente la festa di San Giuseppe la gente accendeva piccoli falò con legna frutto di colletta. secondo la testimonianza di alcuni anziani vi era un falò più grande nello slargo tra la chiesa e il Mausoleo e intorno a questo fuoco si mangiava e ballava insieme.
4.2 i juoca
nel pomeriggio del 19 così come la sera prima erano organizzati vari giochi popolari tra cui a 'ntinna, palo intriso di sapone alla cui sommità stava un premio, a cursa 'nte sacchi, u juocu i pignati e altri.
a 'ntinna era comunque il più caratteristico.
i giochi sono l'unica parte della festa antica che ciclicamente ritornano in auge.
4.3 i tavulati e i Virgineddi
i devoti usavano fino a venti-trenta anni fa imbandire tavole all'esterno delle proprie abitazioni e offrire il pranzo ad un numero variabile di bambine (virgineddi) o bambini (apostuli). il pranzo si componeva di almeno tre portate e sulla tavola dovevano essere disposti dai 12 ai 13 alimenti. facevano da padroni le verdure che erano sia cotte a "miniscedda maritata di San Giuseppi" (miscellania di fave e altre verdure) sia imbandite in altri tipi di pietanza. la basta veniva servita invece con i legumi. a fine pasto ad ogni bambino erano date un panino (a volte accompagnato dall'uovo sodo) e un arancia con cui cenare la sera.
tra i dolci, quando si poteva, non mancavano i caratteristici sfincioni alla ricotta.
i virgineddi dovevano girare le varie tavole imbandite in ogni strada e subito dopo la loro "apertura del pasto" si sedevano alla tavola vicini e amici di chi aveva contratto il voto e lo stava adempiendo. spesso si faceva la questua per all'estire l'altare. sulle tavole "cunzate" ad altarino non mancavano pani dalle svariate forme simboliche e corone di alloro e agrumi ad incorniciare l'immagine del Santo. le virginedde inoltre usavano ringraziare i padroni della tavolata con una piccola benedizione in cui invocavano la protezione del santo sui mestieri di casa. alcuni sostengono di ricordare sulla tavola di San Giuseppe anche "u laurieddu". una tavolata più grande ed importante era imbandita proprio sul sagrato della chiesa e, secondo alcune fonti, accoglieva più virginedde.
oggi è ancora uso fare la "virduredda maritata" e mangiare gli sfincioni ma è completamente desueto (se non sporadici casi) poter assistere alla "cunzata" di un altarino e di una tavolata.
4.4 A Prucissioni du Patriarca
la processione era il momento centrale della festa. a differenza di oggi si trattava di un evento annuale. nel pomeriggio del 19 i confratelli "armavano" la vara del Santo sebbene sarebbero poi state le così dette "4 da maidda" (le quattro congregazioni più antiche) a condurlo in processione.
il percorso era quello rituale (u giru di prucissioni o di santi) e non v'erano momenti particolari se non il lancio del grano sulla vara.
oggi la processione è un evento decennale (circa) ossia ogni qual volta la festa cade di domenica.
4.5 i vistuti
tradzione condivisa con altri momenti della vita castelbuonese era quella dei vistuti. i vistuti erano dei devoti che vestivano l'abito votivo in segno di gratitudine. il vestito era secondo alcuni costiutito da una tunica bianca o celeste stretta alla vita da un cingolo rosso. (forse simile al vestitino del bambinello?)
4.6 i Miircuri
ancora vivo è l'uso di solennizzare alcuni mercoledì in onore del Santo prima della festa. i mercoledì cominciano esattamente un mese prima e prevedono l'esposizione della statua sull'altare maggiore spoglia degli ori votivi. i devoti usano inoltre fare "u viaggiu" a San Giuseppe anche in altri mercoledì dell'anno.
5. Le Preghiere dialettali
5.1 Rosario di San Giuseppe
Mistero:
San Giusippuzzu, fustivu patri,
rosi e gigghia comu la Matri
Maria rosa, Giuseppi è lu gigghiu,
San Giusippuzzu riparu e consigghiu
grano:
scura ora ma agghiorna dumani
a pruvvidenza nn'aviti a mannari;
a pruvvidenza supra a casa mia
l'aspettu di Gesu Giuseppi e Maria
5.2
San Giuseppi giustu e Santu
‘nta la vucca purtati lu Spiritu Santu
E ‘nta i mani lu Santu vastuni
Pi ddallu ‘ntesta e mali pirsuni
5.3
San Giusippuzzu vui siti lu patri
Vergini e puru comu la matri
Mara la rosa
Giuseppi lu gigghiu
Datimi aiutu tra peni e perigghiu
Unn’a scurari sta iurnata senza essiri cunsulata
P’u bambineddu c’aviti ‘mbrazza
Cuciditimi la razia
E pi l’amuri di Maria
Cunciditimilla a mia
5.4
San Giusippuzzu u vicchiareddu
‘ntesta purtava lu santu cappeddu
‘nta li manuzzi lu santu vastuni
Era lu patri di nostru Signuri
Quannu purtasti a Maria ‘n egittu
Dasti bisognu e necessità
Sa Giuseppi n’aiutirà
E cu la vostra granni potenza
Datini aiutu e provvidenza
5.5
Aspiettu la provvidenza
Di Gesù, Maria e Giuseppi
San Giusippuzzu un m’abbannunati
‘nta mia necessità
5.6
San Giusippuzzu
Lu vicchiareddu
Umili e dignu a lu puvireddru
E la rosa a lu cappeddu
Lu cappeddu vi cadiv
E la rosa vi sciuriv
Taliati comi è misu
Comu u re du paradisu
Avanti ca veni a luminacaria
Cunciditimi a grazia a mia
5.7
sugnu tantu dispiratu
san giuseppi miu aduratu
un lignu tortu nun mi torna
a runca nun mi tagghia
aiu a fari (Cosa si deve fare)
ma nun pozzu accuminciari
senza a vui addumannari
di lu lignu accummarari
e li fiirri allintari
oh gloriosu san giusippuzzu
datimi aiutu ca nun ci la fazzu
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